Dopo l’annuncio della chiusura del collegamento Orbassano-Aiton, arriva un’altra brutta notizia per il trasporto combinato. A fine 2025 si fermerà anche la Rola Friburgo-Novara, la storica autostrada viaggiante svizzera che dagli anni ’60 permetteva agli autotrasportatori di attraversare le Alpi in treno, in modo sostenibile e rilassante.
La decisione arriva con tre anni di anticipo rispetto alla data fissata inizialmente dal Parlamento Federale Svizzero (2028) ed è motivata da problemi economici e strutturali: “Nonostante l’occupazione stabile e le indennità pubbliche, non è più possibile sostenere il servizio”, ha dichiarato RAIpin SA, la società che gestisce il collegamento. A pesare sulla decisione, anche le difficoltà crescenti del trasporto ferroviario in Europa, in particolare le criticità della rete tedesca, condizionata da cantieri continui.
Una lenta agonia: traffico in calo e perdite economiche
Il servizio era già in crisi: nel 2024 è stato cancellato il 10% dei treni, mentre nel primo trimestre del 2025 il calo ha raggiunto il 20%. I numeri parlano chiaro: dai 1.018 convogli del primo trimestre 2024 si è scesi a 794 nello stesso periodo del 2025, con una perdita stimata in oltre 2 milioni di franchi svizzeri.
I tre soci fondatori di RAIpin (BLS, SBB e Hupac) garantiranno i fondi necessari fino alla fine dell’attività, e si occuperanno anche della ricollocazione dei 16 lavoratori impiegati nella società, destinata alla chiusura.
Ultimo incentivo prima dello stop
Per sostenere il servizio fino all’ultimo giorno utile, la Confederazione ha deciso di aumentare il contributo per ogni autocarro trasportato, che passerà dai 280 franchi inizialmente previsti a un massimo di 320 franchi. La misura sarà valida fino a dicembre 2025.
Più traffico su gomma?
Il vero rischio, ora, è che gli 80.000 camion all’anno che viaggiavano su rotaia possano tornare sull’asfalto. Un’inversione di rotta che peserebbe sull’ambiente, sul traffico e sui costi per gli autotrasportatori. Una riconversione dei semirimorchi gruabili potrebbe offrire una via d’uscita, ma servono tempi certi e investimenti mirati.
Rimani sempre un passo avanti con Soluzione Autotrasporti: Resta aggiornato su tutto ciò che riguarda l’autotrasporto e non solo! FonteUomini e Trasporti
Quando si trasportano merci deperibili, la temperatura fa la differenza. Ecco perché il semirimorchio frigorifero è un alleato fondamentale per ogni impresa di autotrasporto che lavora con alimentari, farmaci e prodotti sensibili.
Ma come si sceglie il mezzo giusto? In questo articolo ti guidiamo tra tipologie, certificazioni, caratteristiche tecniche e consigli pratici per non sbagliare acquisto.
Tipologie di semirimorchi frigoriferi: quale fa per te?
I semirimorchi frigo non sono tutti uguali. Ecco le principali categorie:
Isotermici: hanno pareti isolate ma senza sistema attivo di raffreddamento. Ideali per proteggere la merce da sbalzi termici, ma non per mantenere temperature basse costanti.
Refrigerati: sono dotati di fonti di freddo (come piastre eutettiche) che mantengono la temperatura per un periodo limitato.
Frigoriferi: veri e propri mezzi a temperatura controllata, con unità di raffreddamento attiva. Sono indispensabili per trasporti che richiedono freddo costante, anche in estate o su lunghe tratte.
Caloriferi: meno comuni, riscaldano il vano di carico per proteggere la merce dal gelo.
ATP: la certificazione che fa la differenza
La certificazione ATP (Accord Transport Perissable) è obbligatoria per il trasporto internazionale di prodotti deperibili. Attesta che il semirimorchio mantiene le temperature previste dalla legge.
Le classi ATP più comuni sono:
Classe A: da +12°C a 0°C
Classe B: da +12°C a -10°C
Classe C: da +12°C a -20°C
Verifica sempre che la certificazione sia valida e aggiornata, soprattutto se stai acquistando un usato.
Cosa guardare prima di acquistare
Se stai valutando l’acquisto di un semirimorchio frigo, nuovo o usato, tieni d’occhio questi aspetti:
Isolamento termico Un buon isolamento (vetroresina o poliuretano) riduce la dispersione termica e migliora l’efficienza energetica.
Unità di refrigerazione Scegli impianti affidabili, con opzioni di monitoraggio remoto e refrigeranti ecologici. I modelli di ultima generazione, come quelli della linea Advancer di Thermo King, offrono precisione e connettività.
Struttura e materiali Robuste ma leggere: così devono essere le pareti, il telaio e il pavimento. Materiali resistenti all’usura aumentano la durata del mezzo e la sicurezza della merce.
Sistema di monitoraggio I sistemi moderni permettono il controllo in tempo reale della temperatura e dell’umidità. Alcuni inviano allarmi automatici in caso di anomalie.
Documentazione e stato generale Verifica certificazioni, libretto, ATP, registri di manutenzione e valuta età e chilometraggio. Un usato ben mantenuto può essere un ottimo investimento.
Costo totale di proprietà Non fermarti al prezzo d’acquisto. Considera anche i consumi, la manutenzione e l’assicurazione.
In sintesi
Scegliere un semirimorchio frigorifero è una decisione strategica. Conoscere le tipologie, le certificazioni e le dotazioni tecniche ti permette di investire su un mezzo efficiente, conforme alle normative e adatto alle esigenze reali del tuo lavoro.
Che tu gestisca trasporti alimentari, farmaceutici o logistica a temperatura controllata, una cosa è certa: il semirimorchio giusto fa la differenza tra un servizio affidabile e uno che rischia di compromettere la qualità del carico.
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Fari puntati sulla sicurezza e sulla tecnologia: dal 24 aprile 2025, l’Unione Europea ha dato il via a una riforma storica della revisione per camion e veicoli commerciali. L’obiettivo? Più controlli, meno frodi e strade più sicure, in linea con le nuove sfide del settore.
Le novità in arrivo
La Commissione Europea ha proposto un pacchetto di tre direttive che andranno a rivoluzionare:
Revisioni periodiche (PTI)
Controlli su strada (RSI)
Immatricolazione e certificazione digitale dei veicoli
Le vecchie regole risalgono al 2014 e non bastano più: oggi ci sono camion elettrici, sistemi ADAS e un parco veicoli sempre più vecchio e vulnerabile a manomissioni e frodi. Serve una marcia in più, e la riforma vuole darla.
Ecco cosa cambia davvero
Test per veicoli elettrici e sistemi ADAS: anche la tecnologia andrà revisionata.
Controlli software anti-manomissione: più trasparenza e meno rischi.
Verifiche annuali obbligatorie per mezzi oltre i 10 anni (non solo camion ma anche furgoni e auto).
Test avanzati su NOx e particelle ultrafini, per scovare chi inquina troppo.
Contachilometri sotto controllo: le letture saranno salvate in una banca dati europea per evitare truffe nella compravendita.
Certificati e immatricolazioni diventano digitali, per semplificare tutto.
Un altro punto chiave: le revisioni effettuate in uno stato membro saranno valide per sei mesi in tutta l’Unione Europea, facilitando trasporti e mobilità temporanea.
Quando entra in vigore?
La proposta sarà ora esaminata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio. Se approvata, entrerà in vigore gradualmente tra il 2026 e il 2028, con l’obiettivo dichiarato di raggiungere zero vittime sulle strade entro il 2050.
Un messaggio per le imprese di autotrasporto
Chi gestisce una flotta dovrà prepararsi a controlli più stringenti e digitalizzati, investendo sulla formazione del personale e sulla manutenzione. Ma il ritorno sarà importante: più sicurezza, meno multe e un’immagine più solida sul mercato europeo.
Rimani sempre un passo avanti con Soluzione Autotrasporti: resta aggiornato su tutto ciò che riguarda l’autotrasporto e non solo! FonteTruck24
Oggi parliamo di chi ogni giorno muove l’Italia: gli autotrasportatori. Ma ti sei mai chiesto come è nato davvero questo mestiere? Dietro ogni viaggio c’è una lunga storia, fatta di cambiamenti, conquiste e tanto asfalto.
Dalle rotaie alle strade: i primi trasporti commerciali
Tutto inizia alla fine dell’Ottocento. Fino ad allora, le merci viaggiavano per lo più su carri trainati da cavalli o tramite ferrovie. Ma con la nascita dei primi veicoli a motore e l’espansione delle strade carrozzabili, qualcosa cambia: si comincia a pensare a un trasporto merci più flessibile, capace di raggiungere anche le zone meno collegate.
Anni ’20 e ’30: i pionieri del volante
Negli anni ’20 nascono in Italia le prime aziende di trasporto su gomma. I mezzi erano rudimentali, spesso modificati artigianalmente, e guidarli non era da tutti: serviva forza, ingegno e tanto coraggio. Non esistevano autostrade, e molte strade erano sterrate o sconnesse. Gli autotrasportatori dell’epoca erano veri pionieri, pronti a tutto per consegnare il carico.
Il boom economico e l’autostrada
Negli anni ’50 e ’60, con il boom economico e la costruzione delle prime grandi infrastrutture autostradali, il trasporto su gomma decolla. Nascono le prime flotte aziendali, i sindacati di categoria, le assicurazioni specializzate e le prime regolamentazioni sul riposo e la sicurezza.
È in questo periodo che il mestiere dell’autotrasportatore inizia a essere riconosciuto come una professione vera e propria, con un’identità forte e centrale per lo sviluppo economico del Paese.
Oggi: tecnologia, sostenibilità e nuove sfide
Oggi il mestiere è cambiato, ma la sostanza è la stessa. I camion sono diventati tecnologici, il cronotachigrafo ha sostituito le agende, e il GPS è il nuovo compagno di viaggio. Ma resta immutato lo spirito di chi vive tra strade, viaggi e consegne, contribuendo ogni giorno alla logistica del Paese.
E il futuro? Sarà fatto di sostenibilità, elettrificazione e innovazione, ma sempre con al centro il lavoro, la competenza e la passione di chi guida un mezzo pesante.
Curiosità: il primo autocarro in Italia
Il primo autocarro circolante in Italia risale al 1899 e fu prodotto dalla FIAT, con una portata di 3 tonnellate. Era destinato al trasporto delle merci nei centri urbani e raggiungeva la velocità massima di 15 km/h. Oggi farebbe sorridere, ma all’epoca rappresentava un’autentica rivoluzione!
Un mestiere che evolve, ma non si ferma mai
Dalle prime carrette a motore ai tir di ultima generazione, l’autotrasportatore è sempre stato il motore silenzioso del Paese. Conoscerne le origini aiuta a valorizzare un mestiere che, ancora oggi, non conosce soste.
Rimani sempre un passo avanti con Soluzione Autotrasporti: resta aggiornato su tutto ciò che riguarda l’autotrasporto e non solo!
Dal 5 all’11 maggio 2025, è scattata in tutta Europa una nuova settimana di controlli intensivi sui mezzi pesanti, organizzata dalla Polizia Stradale europea Roadpol. L’iniziativa fa parte dell’operazione Truck & Bus e punta a migliorare la sicurezza su strade e autostrade, verificando il rispetto delle regole da parte di camion e autobus.
Durante questi sette giorni, le forze di polizia stradale effettueranno ispezioni mirate nei punti nevralgici del traffico: nodi logistici, stazioni di servizio e tratti autostradali ad alto transito.
I controlli si concentreranno su cinque aspetti chiave:
Tempi di guida e riposo degli autisti
Uso corretto del tachigrafo e sue eventuali manomissioni
Condizioni tecniche del mezzo: freni, luci, gomme, dispositivi di sicurezza
Fissaggio del carico, per evitare sbandamenti o incidenti
Documentazione di trasporto e autorizzazioni
Le infrazioni più frequenti? Tempi non rispettati, carichi mal fissati, documenti irregolari o tachigrafi non a norma.
Roadpol ha già fissato anche il prossimo appuntamento con Truck & Bus: dal 17 al 23 novembre 2025.
Le imprese di trasporto sono invitate a effettuare controlli interni e a formare i propri autisti. Essere in regola significa evitare sanzioni, viaggiare sicuri e lavorare senza intoppi.
Rimani sempre un passo avanti con Soluzione Autotrasporti: resta aggiornato su tutto ciò che riguarda l’autotrasporto e non solo! FonteTruck24
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