Svizzera, addio alla Rola: l’autostrada viaggiante Friburgo-Novara chiuderà nel 2025

da | Mag 13, 2025 | Autotrasporti

Dopo l’annuncio della chiusura del collegamento Orbassano-Aiton, arriva un’altra brutta notizia per il trasporto combinato. A fine 2025 si fermerà anche la Rola Friburgo-Novara, la storica autostrada viaggiante svizzera che dagli anni ’60 permetteva agli autotrasportatori di attraversare le Alpi in treno, in modo sostenibile e rilassante.

La decisione arriva con tre anni di anticipo rispetto alla data fissata inizialmente dal Parlamento Federale Svizzero (2028) ed è motivata da problemi economici e strutturali: “Nonostante l’occupazione stabile e le indennità pubbliche, non è più possibile sostenere il servizio”, ha dichiarato RAIpin SA, la società che gestisce il collegamento. A pesare sulla decisione, anche le difficoltà crescenti del trasporto ferroviario in Europa, in particolare le criticità della rete tedesca, condizionata da cantieri continui.

Una lenta agonia: traffico in calo e perdite economiche

Il servizio era già in crisi: nel 2024 è stato cancellato il 10% dei treni, mentre nel primo trimestre del 2025 il calo ha raggiunto il 20%. I numeri parlano chiaro: dai 1.018 convogli del primo trimestre 2024 si è scesi a 794 nello stesso periodo del 2025, con una perdita stimata in oltre 2 milioni di franchi svizzeri.

I tre soci fondatori di RAIpin (BLS, SBB e Hupac) garantiranno i fondi necessari fino alla fine dell’attività, e si occuperanno anche della ricollocazione dei 16 lavoratori impiegati nella società, destinata alla chiusura.

Ultimo incentivo prima dello stop

Per sostenere il servizio fino all’ultimo giorno utile, la Confederazione ha deciso di aumentare il contributo per ogni autocarro trasportato, che passerà dai 280 franchi inizialmente previsti a un massimo di 320 franchi. La misura sarà valida fino a dicembre 2025.

Più traffico su gomma?

Il vero rischio, ora, è che gli 80.000 camion all’anno che viaggiavano su rotaia possano tornare sull’asfalto. Un’inversione di rotta che peserebbe sull’ambiente, sul traffico e sui costi per gli autotrasportatori. Una riconversione dei semirimorchi gruabili potrebbe offrire una via d’uscita, ma servono tempi certi e investimenti mirati.

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Fonte Uomini e Trasporti