Mentre si parla tanto di grandi opere ferroviarie, i dati non lasciano dubbi: l’Italia continua a muovere merci quasi esclusivamente su strada. Secondo Anita (l’associazione di autotrasporto aderente a Confindustria) e Federlogistica (Conftrasporto–Confcommercio), se vogliamo davvero potenziare la logistica nazionale, è urgente investire sulla rete viaria.
Nel 2023, l’87% delle 582 miliardi di tonnellate movimentate nel Paese ha viaggiato su gomma. E le previsioni parlano chiaro: entro il 2030, il traffico stradale crescerà di un altro 31%. Il problema? Le nostre infrastrutture sono tra le più datate d’Europa: il 50% dei ponti, viadotti e tratti autostradali è stato costruito prima del 1970. Un sistema vecchio, che oggi fatica a reggere i volumi attuali.
Anche i treni non offrono grandi speranze. Lo spostamento delle merci dalla gomma alla ferrovia, infatti, garantirebbe un calo del traffico stradale solo del 2,5-3,5%, secondo Davide Falteri di Federlogistica. Un risultato positivo, ma insufficiente a cambiare le regole del gioco. Il trasporto merci su rotaia copre appena il 12% del totale nazionale.
In più, l’Autostrada Ferroviaria Alpina tra Torino e Lione ha chiuso i battenti per mancanza di fondi pubblici, e oggi non si intravedono prospettive di riapertura. Il risultato? Quelle merci torneranno su gomma, con un impatto ambientale evidente.
Infine, i lavori del PNRR che stanno rallentando la rete ferroviaria proseguiranno almeno fino al 2027. Tradotto: per anni, le strade italiane resteranno la spina dorsale del nostro sistema logistico.
Rimani sempre un passo avanti con Soluzione Autotrasporti: resta aggiornato su tutto ciò che riguarda l’autotrasporto e non solo!
Fonte Il Sole 24 Ore